mi presento

Salve a tutti,

questo è un blog pensato per chi, come me, è sempre alla ricerca di nuove e particolari ricette.


Non sono di certo una cuoca professionista ma nel mio piccolo ho raccolto un bel pò di ricette che man mano mi propongo di condividere con voi.


Spero di fare cosa gradita e aspetto vostri consigli e commenti.


Peppy

chi è stata Julia child


Mi si chiede chi è julia Child beh per me è una icona da seguire. Lei è stata una donna americana piena di energia, molto determinata, con una grande passione per la cucina.. Julia Child ha fatto conoscere la cucina francese alle donne americane attraverso libri e programmi televisivi.


Ci ha insegnato non a cucinare ma ad amare il cibo.

Julia aveva un marito che lavorava in ambasciata, viveva al suo seguito girando un po’ tutto il mondo. Ma è la Francia ed in particolare Parigi e la sua cucina che l’ha affascinata; così decise insieme ad altre amiche di scrivere un libro di ricette francese da pubblicare in America.

Julia Child è un mito della TV americana, autrice di un best-seller con il quale ha portato alle donne U S A le delizie e i segreti della cucina francese.

Lei ci insegna ancora oggi ad affrontare, come lei,la vita con un sorriso e leggerezza. Non lasciate mai che la passione vi travolga al punto di annientarvi e non trascurate le persone e i vostri valori, queste sono le cose veramente importanti

Tra le righe della sua vita tra gli altri io colgo questo insegnamento .” Solo chi ha il coraggio del rischio e di accettare le sfide della vita riesce ad imporsi e ad essere qualcuno".

Penso che questo possa andare bene per tutti ! ! !

Ma non voglio fare sermoni ti ringrazio per l’opportunità datami di poter parlare di lei ma adesso passo alle mie ricette sperando che Julia mi aiuti un po’.

ciao

Peppy





venerdì 28 maggio 2010

Da un vecchia canzone . . . . . . .

È primavera svegliatevi bambine . . . . Vi ricordate questo motivetto ? Sicuramente voi giovani no, ma noi . . . della seconda giovinezza si. . . é un incitamento al rifiorire di tutto. . . ! ! !
Un luogo dove, ciclicamente, ogni anno, avviene questo, “ il rifiorire “ è il mio piccolo angolo di pace, la mia finestra sul mondo: il mio balcone. Finalmente, con l’arrivo della bella stagione mi posso dedicare a ciò che più mi rilassa: il giardinaggio.
Curo al meglio quelle che io chiamo “le mie creature “ : piante grandi, piccole, stagionali, tutte mi dicono qualcosa. . . .esse sono l’espressione del mio gusto e della mia creatività. Ho cercato di creare un posto tranquillo e lussureggiante anche se piccolo, mi piace pensare che esse abbiano quasi un effetto avvolgente.
Nel mio balcone mi ritaglio momenti sereni, di pace e benessere. In compagnia delle . . . “mie creature “ trascorro piacevolmente momenti che mi rilassano. . .leggo. . . mi riposo . . . oppure mi prendo cura di esse.
La mia giornata ha inizio molto presto, non esagero ma a volte mi capita di vedere, il sorgere del sole, non sto qui a descrivervi quanto sia meraviglioso; dicevo che inizio la mia giornata sempre con lo stesso rituale:
preparo il caffè e con esso mi reco al balcone, nella mia poltroncina preferita, assaporo il mio caffè con calma fra le mie piante. In questa stagione, sono davvero un tripudio di colori: il rosso delle rose, il bianco del gelsomino, il glicine delle lantane, il rosa del geranio, i mille colori delle petunie ed il profumo di tutti quanti i fiori; è meraviglioso stare lì ad osservarli tutti, questi colori meravigliosi che si mescolano con l’azzurro del cielo e il blu del mare. Sì, perché da casa mia si gode un ottimo panorama, riesco a scorgere la linea d’orizzonte, dove mare e cielo si fondono ! ogni momento è buono per dare un’occhiata e …. rilassarmi accarezzata dai profumi che vi ho appena descritti.
Sembrerà futile, ma la vita è fatta anche di queste piccole cose. A me piace non farne a meno. Guai a chi me le tocca ! ! !
Peppy

Timballo di asparagi alla Julia Child

Ingredienti
¼ di tazza di briciole di pane (200gr)
½ tazza di cipolla tritata finemente (400gr)
1 cucchiaio di burro

½ tazza di formaggio grattugiato (emmenthal o parmigiano)
5 uova
Sale q.b.
Pepe bianco un pizzico
1 bel mazzo di asparagi ( da 1 kg in su)
1 tazza di latte portata ad ebollizione con:
4 cucchiai di burro
Noce moscata un pizzico

Preparazione
Pulire gli asparagi togliendo la parte più legnosa, sbollentarli. Scaldare il forno a 160°. Ungere uno stampo con olio e spolverizzare con pangrattato. Dorare la cipolla, in una padella con 1 cucchiaio di burro, lentamente, per 10 minuti, senza farla scurire.
In una terrina, miscelare la cipolla rosolata e ben scolata, le spezie, il formaggio, e le briciole di pane.
Sbattere le uova ed incorporare al composto. Aggiungere a poco a poco il latte caldo e poi gli asparagi sbollentati e tagliati a pezzetti, amalgamare bene e versare nello stampo già preparato. Cuocere quindi a bagnomaria (cioè mettendo lo stampo in una teglia da forno più grande, tale da poter contenere lo stampo agevolmente) con due dita di acqua calda, per 35/40 minuti. Il timballo è pronto quando affondando, al centro, la lama di un coltello esce asciutta. Far riposare per 5 minuti.

Accompagnare il piatto preferibilmente con una di queste tre salse:
1) Salsa Mornay: 250ml bechamel, 80 ml panna liquida, 50gr. Burro, 50gr.parmiggiano grattugiato, sale q.b.

2) Mousseline salsa: base di salsa olandese (125gr,burro fuso, 3 tuorli d’uovo ,1 pizzico di sale ,succo e scorzetta grattugiata di ½ limone, 1 pizzico di pepe bianco, se occorre 1 cucchiaino d’acqua calda ) + 100 ml di panna.

3) Salsa Chivry: 2 cucchiai di vino bianco (o vermouth bianco ), 2 cucchiaia di acqua, 1 cucchiaio di panna, del prezzemolo tritato.
Bon appetit!

mercoledì 26 maggio 2010

Due amiche e. . . . . . . . la dieta!

Ieri sera sono stata, dopo cena, a trovare due miei amici a casa loro. E’ sempre un piacere poter stare insieme, godere della loro ospitalità, scherzare, confidarsi, parlare di tutto; possibilmente fare pure una partitina a “ burraco “se capita, in ogni caso, passare dei momenti piacevoli. E poi . . . .che diremmo dei loro manicaretti ! Infatti devo dire che tutti e due amano la buona cucina. Alla mia amica piace cucinare ed è davvero brava. Ma pure lei, come tantissime di noi, molto spesso è “a dieta”e fortunatamente ha la solidarietà del marito.

“ La dieta”problema che accomuna un po’ quasi tutte le donne e in verità anche . . . . molti uomini.
Un tasto davvero. . . dolente. È la nostra ossessione.
Uffa ! ! ! quanto si deve soffrire. . . . . che tristezza,una vera tortura ! ! !
Le diete sono molto faticose da portare avanti nel tempo, ci vuole grande forza di volontà; esse ti allontanano dagli amici. Quando “si sbaglia” ci si innervosisce; non si riesce ad assaggiare qualcosa senza pensare a quante calorie stai ingerendo; si mangiano quasi sempre le stesse cose, e in realtà ci si isola dagli altri. La dieta, non è solo questione di alimentazione, ma è soprattutto una questione di “testa”.
Basta avere una mentalità vincente, indipendentemente da quanti sono i chili da perdere.
Ehi! piuttosto. . . . . senza cadere nella “sindrome dello yoyo !“
Ci sono tanti momenti di cedimento: tra una tentazione alla quale resistiamo e un’ altra a cui non sappiamo dire di “ no” cerchiamo di destreggiarci. Può capitare di trasgredire: sappiamo tutti che non è facile rinunciare al gusto, al piacere della “convivialità” del cibo, ma dobbiamo tornare a seguire la corretta ( o quasi ) alimentazione: “ LA DIETA “
Ma dimmi. . . per curiosità, com’è la tua dieta ? ? ? . . .parliamone. . . ! ! ! ! La mia amica viene seguita dal suo dietologo: pesare ogni alimento con il famigerato bilancino . . . un incubo! ! ! Ogni settimana . . . .un controllo al peso, aiuto!!! la perfida bilancia. . Ma, bastaaaaa. . . ! ! ! ovviamente inutile dire che giusto in questi periodi di privazioni nelle testa rimbombano solo pensieri tipo: Cioccolato, uhmm. . . che passione . . . . Panna. . . .che morbidezza. . . . che goduria. . . ! ! !
Invece no ! ! ! Non ci sono scuse che tengano. . . .bisogna farla . . . ! ! ! ! Da oggi si ricomincia. . . dieta ! ! ! .
Vi confido un piccolo “escamotage “. Proviamo un po’ a pensare ad un uomo che vi ha fatto un torto da non perdonare e ,allora. . . . rifiutatelo! ! ! Semplice, no ? ?
Ah! Ah! Ah! Dai ! . . . scherzo. . . .ma non bisogna disperare, non è poi così difficile ! ! ! è solo uno . . . strazio! ! ! ma, basta così, amici miei ! ! ! Volevo solo infondere un po’ di buonumore ed ironia a tutti coloro che, come la mia amica, contrastano con questo problema e in particolare a lei dico . “non mollare ! e soprattutto, non perdere mai il sorriso e l’allegria che tanto ti caratterizzano! !
Peppy

Ma è pur vero che non si può stare a dieta tutta la vita ! ! ! e allora “in barba alla dieta”

“goloso polpettone allo speck e Patate Hasselback“

Ingredienti:
1kg di macinato di pollo (preferibilmente il petto )
2 uova
2 belle manciate di pangrattato
2 belle manciate di parmigiano grattugiato
Abbondante prezzemolo tritato
Sale
Pepe
Noce moscata
300 gr. di speck a fette
Preparazione
In una terrina mettere tutti gli ingredienti e amalgamare bene. Predisporre le fette di speck su carta forno, sovrapponendole, versare sopra il composto, comporre un grosso salame aiutandosi con le mani bagnate. Sigillare bene tutto con le fette di speck. Legarlo bene con lo spago da cucina, riporlo in una teglia unta di olio e cuocere in forno per i primi 5 minuti a 220°, poi proseguire la cottura a 160° per 40-45 minuti. Quindi farlo intiepidire, tenendolo coperto per non farlo seccare, poi togliere lo spago e tagliarlo a fette un po’ spesse. E voilà ! è pronto. Bon appetit !
Come contorno a questo sostanzioso piatto vi parlo delle:

Patate Hasselback

Ingredienti:
1kg.di patate medie
40 gr. di burro fuso
60gr.di formaggio grattugiato ( emmenthal o parmigiano)
25gr.di pangrattato
Sale
Pepe
2 foglie di salvia o un rametto di rosmarino a piacere
1 cucchiaino di paprika dolce
Preparazione
Sbucciare le patate, sciacquarle ed asciugarle, tagliarle a libro a fettine sottili, lasciando la base sana e ben livellata per farle stare dritte. Disporre le patate spennellate di olio in una teglia unta, sistemare le 2 foglie di salvia (facoltativo )e far cucinare in forno a 220° per 30 minuti. Poi togliere dal forno ed aggiungere su ogni patata il burro fuso, un po’ di pangrattato, sale, pepe, un’idea di formaggio a scagliette e rimettere al forno per 15/20 minuti, finchè saranno dorate. Servire calde, spolverizzate con un poco di paprika. Bon appetit !
Curiosità: il nome di questo piatto deriva da un ristorante di Stoccolma, Hasselbanken, dove queste patate furono servite per la prima volta.

martedì 25 maggio 2010

“ Tubino forever “


Ieri, cercavo il mio tubino nero: avevo ricevuto un invito per un evento culturale che poi si sarebbe concluso con un cocktail. Amo portare “il tubino “ perché mi è sempre piaciuto lo stile “Bon-ton “, lo trovo elegante e molto femminile e “lui “ è proprio un classico di questo stile: raffinato e poco appariscente.
Nel pomeriggio, ieri, preparandomi per la serata l’ho indossato, e il mio pensiero è stato catturato dall’immagine di Audrey Hepburn in una scena del famoso film “Colazione da Tiffany” dove c’era lei davanti alla vetrina della gioielleria con il suo bel “tubino nero”. Diciamolo.. o.. o.. o.. o . . . . . era veramente fantastica ! ! !
ALT ! ! ! Un momento. . . non facciamo congetture ! ! ! Cosa vi passa per la testa ? ? Non penserete che . . . Non prendiamo cantonate miei cari ! ! !
Volevo solo dire, che può far piacere a tutte sentirsi un po’ Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”. Non siete d’accordo ? ?
Il tubino nero è un capo che riesce a farti sentire sempre magra, agile e sempre a posto; e proprio per la sua versatilità lo si può indossare in ogni occasione. È un “must “ che non passa mai di moda: corto, appena sopra il ginocchio ,con o senza spalline; indossato con un filo di perle e meglio tre come diceva Coco Chanel, “lui” rende elegante e sofisticata ogni donna: proprio come lei la mia icona di stile “Audrey Hepburn.

Da ricordare :
Kit di sopravvivenza: ovvero cosa non deve mancare nell’armadio di una donna:
Un tubino nero, una camicia bianca, un paio di jeans e una giacca nera.
Questi capi con la loro semplicità permettono ad ogni donna di sentirsi sempre chic, e nello stesso tempo, a proprio agio.
Eleganza assicurata ! ! !
Ricordate. . . gente. . . . . ricordate. . . . . . .! ! ! Ciaoooooo…..
Peppy

Scaloppine di vitello alla crema ( tratto da libro di ricette Di Julia Child)

Ingredienti
12 fettine (meglio se filetto) di vitello per scaloppine
6 cucchiai di burro
2 cucchiai di olio
1 cipolla
½ bicchiere di vino bianco (o vermuth bianco)
1/3 di tazza di brodo
200 ml di panna
½ cucchiaino di amido di mais
½ kg di funghi champignon
Sale
Pepe
Prezzemolo
Preparazione
Rosolare in padella con 1 cucchiaio di olio e 2 cucchiai di burro le fettine di carne, per 3 – 4 minuti per lato a fuoco moderato .Se occorre man mano aggiungere ancora burro e olio; poi mettere la cipolla tritata e far soffriggere per 1 minuto, aggiungere poi il vino ed il brodo, mescolare leggermente fino a quando la crema formatasi si addenserà appena..
Togliere dal fuoco e regolare sale e pepe.
In un’altra padella riscaldare altri 2 cucchiai di burro e 1 cucchiaio di olio, friggere quindi i funghi tagliati a fettine, farli dorare leggermente. Condire con sale e pepe e unire la panna, mescolare ,lasciare sul fuoco per 1 minuto ancora, se occorre regolare sale e pepe.
Adesso, a fuoco spento, unire le fettine di vitello, alla crema di funghi e panna.
Alcuni minuti prima di servire, riscaldare il tutto per 4 – 5 minuti coprendo con un coperchio.
Infine, accomodare in un piatto da portata, la carne, distribuire la salsa e i funghi. e decorare con un po’ di prezzemolo.
bon appetit !
P.S.
Questa ricetta si rivela un piatto perfetto per un pasto leggero e “ chic “.

Peppy

giovedì 20 maggio 2010

Roberto, Valeria e . . . . . . . . .Skype

Buongiorno amici come va ? Adesso penserete . . . . . . Ah!!! rieccola!!!
Potrebbe andare meglio !!! . . . . . Almeno per me.
Ieri, i miei tesori . . . . mio figlio Roberto e mia nuora Valeria, li conoscete, no? Ve ne avevo parlato quando ho iniziato il mio blog; vi avevo accennato al fatto che si sono trasferiti negli Stati Uniti, per la precisione a Chicago, per studio – lavoro. Ieri, dicevo, mi hanno fatto sapere che non possono più venire “a casa“ in Italia, (li aspettavamo a fine maggio) per problemi di lavoro. E allora ?? . . . . che dire . . . . come ci si sente?? Questo cordone ombelicale che non si vuole staccare . . . . !!

Ci scherzo su . . . perché in fondo, ma molto in fondo, è una sciocchezza !! succedono a volte gli imprevisti, ma bisogna mantenersi lo stesso sereni.
I miei ragazzi sono andati lontano per intraprendere una vita (la loro vita ) migliore. Chiaramente ci sono sacrifici da fare ma ci saranno soddisfazioni e gratificazioni. Non tutti riescono a mettersi in gioco così.
Ma basta con i sentimentalismi !!
A proposito, benvenuto “S K Y P E “ (eccezionale funzione del computer che ti permette di parlare e vedere in tempo reale chi vuoi. Fantastico !! Mi raccomando però . . . senza invadere troppo la privacy altrui. Ma chi lo ha inventato ? . . . sarà sicuramente un genio. Lo adoro !!!
Grazie a skype non sento molto la loro lontananza, infatti, parlo con loro guardandoli, è come averli davanti di persona . . . .che forza. . . ragazzi ! ! !
Che cosa magnifica la tecnologia.
Tornando ai miei ragazzi : ”Lo devo proprio dire: sono orgogliosissima”
Spero che questi “piccoli, grandi uomini “ faranno grandi cose per realizzare i loro sogni.
“ Volate alto ragazzi ! “
“ Volate alto ! ! ! “

N.B. Ultimo aggiornamento: ieri sera ho saputo che....vengono a casa!!!!

Peppy

martedì 18 maggio 2010

Good morning.....(Ovvero il mio inglese!!!)

Giorni fa vi avevo accennato delle mie lezioni d’inglese ricordate ragazzi ? ?
Davvero fantastico !!!
Ai miei tempi (vecchietta !! ) a scuola si studiava quasi esclusivamente il francese. Una lingua molto musicale in verità ! Bella e molto elegante. Ma i tempi cambiano, oggi ( già da tempo ) l’inglese predomina sulle altre lingue, infatti, se non lo conosci o lo parli almeno un poco ti senti tagliato fuori.
In effetti è diventata una lingua universale. Ebbene sì: studio l’inglese … mai dire mai !!! e allora ragazzi, ci teniamo al passo con i tempi, che cosa ne dite ? ? … sono certa che approvate. Però ... che confusione !!!
Quei suoni, … l‘acca aspirata … la lingua che va verso il palato per pronunciare la …..d …..f … the …. Three …. Allora ... è nostro dovere, dico nostro dovere alla nostra (cioè mia ) età essere più versatili.
Ho un’insegnante che viene due volte a settimana per farmi lezione. È un impegno ben preciso,che seguo con molta determinazione (e sforzo ), però che fastidio !!
Spesso mi sento incerta e confusa. Il genitivo sassone …. questo strano sconosciuto, mi piace, indica il possesso di una cosa o di una persona, apostrofo esse , ( ‘ s ). Mah !!
Vi confesso che aspetto il momento giusto per fare un bel viaggetto, cosa che ho già fatto altre volte, per poter sfoggiare il mio inglese (si fa per dire ) e non rimanere ammutolita, senza poter comunicare …..e no !!! Adesso non più …..finalmente !!!
La mia insegnante, è una ragazza di madrelingua inglese ( lei è brasiliana e credetemi …. davvero un amore di ragazza ). È chiaro, capisco … molti mi invidieranno !!!
Lei ha molta pazienza, forse perché potrei venirle madre …. In ogni caso mi stuzzica tutto ciò, sono contenta e mi fa piacere imparare …
Non si può restare indietro !!! diamoci dentro e … continuiamo ….
Vi manterrò informati su altri sviluppi, per ora, va bene così !!! Bye-bye

Adesso una ricetta ……… bonaaaaaaa !!!!
Corona di riso e speck

Ingredienti x sei persone
500gr. Riso
150 gr. di speck a fettine
150 gr. scamorza affumicata
1 zucchina tagliata a tocchetti
100gr. Parmigiano grattugiato
1 cipolla
½ bicchiere di vino bianco
40gr.burro
2 dadi in 1 litro e mezzo di acqua
2 bustine di zafferano
3 uova
Sale
Pepe (facoltativo )

Preparazione

Fare il risotto con: una noce di burro, la cipolla tritata, rosolare aggiungere il riso e tostare un po'. Sfumare con il vino aggiungendo poi, man mano il brodo, completare con lo zafferano e regolare di sale e un pizzico di pepe .
Mettere in una terrina e farlo intiepidire, quindi aggiungere la scamorza tagliata a dadini, le uova sbattute, il formaggio grattugiato, ed altra noce di burro, amalgamando bene.
Foderare una teglia da forno ad anello imburrata precedentemente,poggiare le fette di speck e farle sbordare, alloggiarvi il risotto, premere bene e ricoprire con le fettine di speck.
Coprire con la carta stagnola e passare in forno medio (180° )per 20 minuti.
Poi capovolgere in un piatto da portata .
Riempire il foro con ciuffetti di valeriana, così semplicemente, oppure preparare la crema di taleggio e versarla al centro e un po’ sopra il riso.
Per la crema di taleggio:
200 gr .di taleggio
200 gr. Panna da cucina
20 gr. Burro
Sciogliere in un tegamino, a fuoco basso, il burro, aggiungere il taleggio a dadini, la panna ed un pizzico di sale, lasciare sul fuoco pochi minuti fino affinchè il formaggio si possa sciogliere.
Bon appetit !!!

giovedì 13 maggio 2010

Origini

Come una donna appassionata della propria terra, come tutti quelli del mio stesso popolo, ho anch’io alcuni Paesi nel cuore,ma la mia Italia nell’anima. Sono proprio queste le cose di cui vorrei raccontare e come italiana D.O.C. mi piace mangiar bene e scrivere di cucina,infatti proprio il cibo ci narra storie ed avventure.
A tavola si può mostrare e offrire, tradizioni, stile, qualità, insomma . . . civiltà.
Desidero quindi, nel mio piccolo, farvi conoscere i piaceri della nostra tavola: specchio fedele della vita, dei caratteri e dei prodotti ; così da familiarizzare meglio con la cultura italiana, con la bellezza del nostro Paese che per lo più riesce sempre a farsi amare, ma spesso è incomprensibile per chi ne è lontano.
La terra , con i suoi più antichi sapori; il mare, con le sue cristalline trasparenze, i suoi colori, i suoi sapori, gli aromi; il nostro sapiente uso di spezie ed erbe particolari che danno ai piatti profumi e sapori inimitabili,venute a noi dall’incontro e fusione delle diverse etnie che hanno lasciato anche in cucina un segno della loro presenza.
Il mare,generosa fonte, offre sempre prodotti che vengono poi combinati in modo sapiente e creativo; spesso insieme ai prodotti della terra.
Mi accingo timidamente, (forse anche con timore per l’enorme vastità dell’argomento ) a parlarvi di una delle tantissime ricette di pesce che vorrei farvi conoscere:
“ Sarde a Beccafico “
( Il trionfo dell’agrodolce )
Beccafico: questa parola nasce dalle reinvenzione popolare di un alimento diffuso sulle tavole dei nobili siciliani di un tempo. Prende il nome da un uccello: i beccafichi sono volatili simili alle capinere, dalle carni molto saporite, che i nobili usavano cacciare.
Per i popolani siciliani questi, invece, rappresentavano un bene di lusso, iniziarono così a copiarne la preparazione, adattandola però ad un alimento meno costoso e che anche i poveri, per lo più pescatori, potevano permettersi: le sarde.
Voglio proporvi ,allora, questa ricetta, che da sempre viene cucinata in maniera davvero impeccabile e squisita a casa di mia sorella Franca e mio cognato Piero.
Essendo io, una buongustaia ; spesso mi capita di pensare a determinate prelibatezze e allora, mi vien subito l’acquolina in bocca per cui quando posso ne approfitto. Se per un motivo qualunque siamo insieme trovo l’occasione per fare determinate richieste e mi ritrovo a dire, sorniona : “ Piero, quando prepari le sarde a beccafico ? “
E là, vado sul sicuro! perché sono sempre pronti ad accontentarmi e a farmi gustare uno dei loro più prelibati piatti.
E allora, provate a farle pure voi !!!

Sarde a beccafico

Ingredienti
1kg. di sarde
200 gr.di pangrattato
50 gr.di parmiggiano grattugiato (o caciocavallo)
2 acciughe (dissalate )
2 cucchiai di uvetta passa e pinoli
1 cucchiaio, di zucchero
Olio q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.
Foglie di alloro
Succo di limone

Preparazione
Pulire le sarde,diliscarle e privarle della testa , sciacquarle ed aprirle a libro, (questa operazione richiede molta pratica ed è quindi opportuno farla fare in pescheria ).
Scaldate 2 cucchiai di olio in padella e lasciar dorare appena il pangrattato , aggiungere poi il formaggio grattugiato ,le acciughe tritate, lo zucchero ,l'uvetta passa e pinoli ,un filo d’olio, sale e pepe,far insaporire mescolando per pochi minuti per ottenere un composto consistente ma morbido,incorporando se occorre altro olio.
Poi disporre le sarde aperte ,sul piano da lavoro, distibuire un po’ del ripieno preparato al centro di ogni sarda,arrotolare formando degli involtini,lasciando le codine all'esterno.
Adagiarle in una pirofila oliata,alternandole con foglie di alloro per ogni involtino. Riempire la pirofila.
Spremere 2 o 3 limoni,(ancora meglio 1 arancia e 1 limone ),con il succo fare un’emulsione aggiungendo olio,sale e pepe,e con questa irrorare le sarde e spolverare con pochissimo pangrattato ed ancora un pizzico di zucchero.
Cucinare in forno caldo (200° ) a media altezza fino a che cominciano a colorirsi ,20 minuti circa.
Lasciar riposare (coprendo la pirofila ) per 10 minuti.
Bon appetit ! ! !

Curiosità : i beccafichi sono uccellini che vanno ghiotti di fichi; in estate quando se ne cibano, a volontà, diventano grassottelli e molto saporiti,proprio come le sarde a beccafico,ripiene e gustosissime.

martedì 11 maggio 2010

Divagazioni

Salve, oggi vado un po’ di fretta, anche perché mi devo accingere a preparare qualcosa, ma non so ancora che cosa preparare in maniera veloce, per il consueto “ momento d’incontro “ che può essere più o meno frugale con i miei familiari ( il pranzo ), ma sempre piacevole.
Non posso (non voglio ) procrastinare il mio incontro con voi ed allora eccomi quà, perché mi entusiasma parlarvi.
Una cosa va detta; penso che credere con entusiasmo in qualcosa che fai per te, per darti un obiettivo, sperando che diventi qualcosa di più grande, un tuo progetto, dove metti il tuo tempo e che ogni giorno coltivi con amore e pian piano diventa indispensabile, sia molto importante. Non è forse questa la storia di tutti coloro che fanno qualcosa da sé, a volte la tenacia, “il non arrendersi “ può portare a cose veramente importanti. Ecco! come di sovente mi accade,mi lascio prendere dai miei pensieri, dal turbinio della mia mente che divaga,e . . . parlo, la mia fantasia corre, crea e . . .mi trasporta lontano.
Lo so, ragazzi, cerchiamo di guardare bene la realtà e di non fare “ voli pindarici “!!!
Però, sinceramente, penso che avere queste divagazioni sia veramente piacevole ,ti da la carica, la grinta giusta per vivere appieno la propria vita ed affrontarla con positività; e poi, diciamolo, è bello sentirsi apprezzati in ogni caso.
Ordunque, per oggi vi devo lasciare e tornare ad occuparmi di cose più materiali: infatti dicevo che si avvicina il momento del " pranzo " Cosa proporrò ai miei cari ?
Ci sono ! Ho deciso oggi:

SPAGHETTI SCIUE’ SCIUE’ ( VELOCI VELOCI )
Acciughe-capperi-pomodorini-prezzemolo

400 gr. Pasta
6 acciughe sott’olio
2 cucchiai di capperi
10 pomodorini
1 mazzetto di prezzemolo
2 spicchi aglio
½ bicchiere di olio
Sale
Peperoncino (facoltativo )
PREPARAZIONE
Dissalare le acciughe e spezzettarle. Fare imbiondire un trito di aglio e prezzemolo in padella con l’olio ed un pezzetto di peperoncino; poi aggiungere le acciughe e scioglierle nel condimento, aggiungere i capperi sciacquati e sgocciolati, i pomodorini tagliati a metà, mescolare e far cuocere per 15 minuti.
Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolarli al dente,conservando un mestolo del liquido di cottura della pasta, mantecare pochi attimi in padella con il condimento, e se occorre aggiungere il mestolino di acqua per ammorbidire. Ancora un po’ di prezzemolo tritato per guarnire il piatto e. . .
Bon appetit ! !

sabato 8 maggio 2010

Giovani

Salve,
oggi vorrei condividere con voi e rendervi partecipi di quanto trasporto, cordialità e affetto nutro nei confronti dei giovani.
Si, i giovani, proprio loro, forse perché avendo tre ragazzi la mia casa è stata sempre aperta ai giovani, spesso sono in loro compagnia ed apprezzo molto il loro modo di fare. Noi adulti o persone di un’altra generazione siamo sempre (o quasi) reticenti, sospettosi, in genere quando si parla con un giovane ci sediamo “in cattedra” noi. . . dall’alto della nostra esperienza . . .Si, è chiaro abbiamo più esperienza,ma è la vita stessa che ce la dà, non è certo nostra bravura. Dovremmo essere più aperti al dialogo, renderci conto che ogni essere umano, che sia egli, un anziano,un adulto, un giovane o un bambino, è un’entità a sè stante, con un bagaglio di pensieri, sentimenti, emozioni, valori, grandi o piccoli che siano, propri.
Non sempre noi (adulti) siamo disponibili a tutto ciò !
I giovani invece sono diretti e sinceri, hanno uno spirito più aperto e flessibile di quello degli adulti,sia nelle piccole cose di ogni giorno, sia davanti ai grossi problemi che la vita presenta.
A proposito di giovani, l’altro giorno conversavo con la ragazza di mio figlio Sergio, Emanuela, che ha origini sarde. Conoscendo il mio entusiasmo per questo “ mio blog “ mi faceva i complimenti per l’idea, mi dava dei suggerimenti e mi parlava di alcune ricette sarde, davvero buone ! Ve ne vorrei proporre due:

BUSIATI CON TONNO, MANDORLE E PINOLI

Ingredienti

400 gr. di pasta
200 gr. di tonno
40 gr. di pinoli
40 gr. di mandorle
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 spicchi d’aglio
2 cucchiai di conserva di pomodoro
Sale
Frullare i pinoli, le mandorle e l’aglio. A parte, in una padella con l’olio cuocere il tonno tagliato a pezzetti, quindi unire il pomodoro e spezzettare il pesce con una forchetta. Condire la pasta con la salsa di tonno, servirla in un piatto da portata e guarnire con il trito di pinoli, aglio e mandorle.
Bon Appètit!!!

BISTECCHE DI TONNO AL MIRTO

ingredienti

4 tranci di tonno
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
20 gr. di burro
4 cucchiai di liquore di mirto
Sale e pepe

Far cuocere le bistecche di tonno in una padella calda e unta. Una volta cotte, passarle in un piatto da portata e condirle con sale e pepe. Mettere in padella il burro e il liquore, scaldare a fuoco dolce. Disporre le bistecche nel piatto da portata e versarvi sopra l’emulsione ottenuta.
Bon appètit!!!

venerdì 7 maggio 2010

momenti d'incontro ....

È venuta a trovarmi Lia (mia cognata). Lei per me è sempre stata un’amica, una sorella,mia coetanea ,siamo cresciute insieme. Lei sa tutto (o quasi) di me: la nostra fanciullezza insieme (oserei dire di un’altra epoca), le risate, i pianti, i flirt(cosi si dice) ah! questi vocaboli inglesi (tranquilli anch’io cerco di studiare l’inglese,a scuola prima si studiava il francese),anche questo serve per essere più vicino a voi,ma questa è un’altra storia, (ne parlerò in un’altra occasione), dicevo i flirt, le nostre passeggiate di nascosto ai nostri genitori , (altri tempi) anche noi abbiamo fatto le nostre marachelle non crediate !!! Oggi, sicuramente fanno sorridere, ma immaginatevi tanto, tanto tempo fa, non oso pensare quanto, (più di quarant’anni), eravamo davvero incorreggibili. Mi confesso, forse un poco di più io, (la monella).
Ho avuto sempre un feeling particolare con Lia; ci supportiamo a vicenda da sempre, ci confrontiamo; è sempre piacevole passare un poco di tempo con la mia “Liò “ così la chiama mio fratello, nonché suo marito. È chiaro, non siamo più sempre insieme per motivi contingenti della vita, ma siamo sempre molto legate.
Ma basta con i sentimentalismi !!! Sono stata davvero lieta di poter passare un po’ di tempo insieme. Abbiamo parlato di tante cose: di Renato (mio fratello), dei suoi ragazzi (due meravigliosi ragazzi, delle loro mogli e nipotina compresa(un bambolotto,davvero una splendida bambina, Alessia),del piacere che ho di parlare con voi, raccontarvi della mia vita,condividere con voi le mie ricette. Non avevo dubbi; lei è stata, come sempre ,pronta ad incoraggiarmi e condividere con me questa mia idea di fare il “blog di cucina e non solo “ anche lei posso dirlo. . . è una mia sostenitrice, perché anche lei come me è attratta dal cucinare bene per mangiare bene.
A proposito, vi voglio parlare di un piatto, che anche lei cucina, e che a me piace tanto:

“ La pizzaiola di Liò “

INGREDIENTI
1kg. Fettine di vitello per pizzaiola
1kg.di patate
1 confezione di pomodoro pelato (4oo gr)
100gr.grana grattugiato (o caciocavallo )
1 cipolla media
Olio
Sale
Pepe
pangrattato
Origano

Preparazione
Pelare le patate e tagliarle a fette rotonde non molto grosse. In una terrina mettere il pomodoro e schiacciarlo con una forchetta, aggiungere un poco di sale, un poco di pepe, un cucchiaino di zucchero, mezzo cucchiaio di origano e mescolare.
Ungere una teglia capiente spolverare con poco formaggio grattugiato disporre le patate a fette coprendo bene il fondo della teglia, fare uno strato con il composto preparato e un poco di cipolla affettata sottile, sopra mettere una bella manciata di formaggio grattugiato, un filino di olio.
Fare quindi un altro strato a coprire con metà della carne passata ad olio e pangrattato, ricoprire sempre con il composto di pomodoro, con cipolla, formaggio grattugiato, un filino di olio; ricoprire nuovamente con le patate, fare un altro strato, poi di nuovo la carne e continuare con gli stessi ingredienti, finire con le patate a coprire completamente la carne. Mettere il resto del condimento: composto di pomodoro, cipolla e finire con una spolverata di formaggio grattugiato, origano e olio. Coprire con la carta stagnola e cucinare.
In forno caldo (180°) per un’ora e mezza.
Ovvero sul fuoco sempre la teglia coperta con il foglio di carta stagnola cucinare per 20 minuti a fuoco vivace, poi abbassare la fiamma e lasciar cuocere per un’ora.
Bon appetit ! !

giovedì 6 maggio 2010

TORTA ALLA FRUTTA (di Silvia)






Dosi per una teglia di circa 24 cm di diametro

Pan di spagna:
4 uova;
per ogni uovo, 30 g di zucchero e 25 g di farina.

Procedimento:
battere le uova intere con lo zucchero per 30 minuti con lo sbattitore a velocità max. Aggiungere poi la farina setacciata mescolando lentamente dal basso verso l’alto. Versare il composto in una tortiera imburrata e infarinata e infornare nel forno già ben caldo a 180° per circa 40 minuti (anche 30, dipende dal forno…controllare sempre ma senza aprire il forno).
Attenzione: il forno per cuocere i dolci è meglio non metterlo ventilato. Il pan di spagna è molto delicato, quindi non aprire il forno durante la cottura. Terminata la cottura lasciare il pan di spagna nel forno spento per altri 10 minuti, poi potete aprirlo.

Crema chantilly:
600 g di latte;
30 g di farina;
30 g di amido;
1 uovo + 1 tuorlo;
100g di zucchero;
scorza di limone;
vanillina o baccello di vaniglia;
¼ di panna + 40 g di zucchero.

Procedimento:
battere le uova con lo zucchero. Intiepidire il latte con la vaniglia e la scorza di limone.
Aggiungere il latte alle uova, battere; aggiungere la farina setacciata e l’amido, battere.
Mettere sul fuoco e portare ad ebollizione sempre mescolando. Spegnere il fuoco quando inizia ad addensare.
La panna montata con lo zucchero va aggiunta quando la crema e ben raffreddata amalgamandola delicatamente a poco a poco. La panna, che deve essere ben fredda, è molto delicata e soprattutto se c’è caldo si potrebbe smontare…evitare quindi luoghi troppo caldi


Quando il pan di spagna si è raffreddato lo si taglia in uno o due strati (in base all’altezza) e lo si farcisce con la crema chantilly. Prima di mettere la crema all’interno è consigliabile imbibire il pan di spagna per renderlo più morbido: lo si può imbibire (con un pennello da cucina) con acqua e zucchero o con acqua e rum o con il latte.
La crema deve essere messa al centro e poi all’esterno della torta: sopra e nei bordi. Nei bordi mettere la granella di nocciole (o mandorle o quello che preferite) e sopra decorare con della frutta a scelta: fragole, kiwi, banane, uva, ecc.
È consigliabile preparare la torta il giorno prima di servirla per farla insaporire ed ammorbidire; la frutta però è meglio metterla il giorno stesso.
Per evitare che la frutta si ossidi si può utilizzare la gelatina (io uso tortagel) seguendo le istruzioni nella confezione.

Bon Appètit!!!

mercoledì 5 maggio 2010

Il pranzo della domenica

È una delle tradizioni più belle della nostra tavola. Tipico appuntamento della tradizione italiana che vede la famiglia riunita attorno ad una tavola speciale.
La domenica per molti di noi è ancora”sacra” anche perché ci permette di rinnovare il rito del pranzo”vecchio stile” che è sicuramente ricco e accurato.
Le famiglie si incontrano per riaffermare il valore della famiglia e lo spirito di convivialità,valori da difendere in un’epoca caratterizzata da ritmi frenetici come i nostri.
In genere il menù è formato da:
Antipasto
Un bel primo (pastasciutta o risotto)
Come secondo un classico arrosto di carne
Come contorno patate arrosto al forno
Verdure al gratin
Ma un pranzo della domenica che si rispetti si conclude sempre con un dolce. Per noi italiani esso è un rito irrinunciabile; non c’è nulla che sappia più di “casa”e di famiglia. La tavola apparecchiata, dalla cucina si diffondono i profumi dei piatti preferiti, i più conosciuti, quelli che ci accarezzano l’olfatto fin dall’infanzia.
In realtà i veri “protagonisti “della domenica sono “loro” i manicaretti tradizionali, i cui piccoli segreti si tramandano nella famiglia. Un rito quindi “che non passa mai di moda”.
Per me è una consuetudine alla quale tengo molto e non so rinunciarvi, non solo perché fa parte delle mie tradizioni, ma perché rappresenta uno dei miei modi con il quale esprimo tutto l’ affetto verso i miei cari.
Ieri , domenica,

Paccheri con melanzane e salsiccia

400 di paccheri
1 melanzana
300gr.salsiccia
1 cipolla 1 spicchio d’aglio
4 o 5 pomodori maturi
Formaggio grattugiato
Foglioline di basilico
Olio
Sale
peperoncino

Preparazione:
Rosolare in padella con 3 cucchiai di olio la cipolla tritata e l’aglio aggiungere la salsiccia sbriciolata, un pizzico di peperoncino. Far cucinare per pochi minuti. Sbollentare per pochi minuti i pomodori poi privarli della buccia e tagliarli a cubetti, aggiungerli alla salsiccia ed insaporire con sale e pepe. Friggere la melanzana a tocchetti in poco olio. Lessare la pasta in acqua salata, scolarla e saltate in padella con la salsiccia. Unire poi la melanzana a tocchetti, il basilico e il formaggio grattugiato (pecorino o parmigiano) amalgamare bene. Trasferire in un piatto da portata ancora una spolverizzata di formaggio e … bon appetit…

Arrosto di vitello in casseruola
Ingredienti
1Kg di vitello in rete con rosmarino
1 noce di burro
5 cucchiai di olio
2 spicchi d’aglio
2 foglioline di salvia
1 rametto di rosmarino
Un trito di cipolla carote e sedano
Scorzetta grattugiata di un limone
2 bicchieri di vino bianco(o rosso )
2 o3 mestoli di brodo sale
Pepe

Preparazione:
Rosolare in un tegame il tocco di carne con aglio, salvia ed il trito di cipolla, carota, sedano, rosmarino e la scorzetta grattugiata di un limone; dorare la carne in maniera uniforme. Aggiungere 2 bicchieri di vino, 2 o 3 mestoli di brodo, sale e pepe, coprire e far cucinare a fuoco lento per circa 2 ore. Lasciar intiepidire, togliere quindi la carne e tagliarla a fette. Poi frullare il sughetto e, se occorre, diluire con un poco di vino. Accomodare la carne in un piatto da portata ed irrorarla con il sughetto. Si può accompagnare il piatto con delle patate arrosto al forno. Bon appetit ! !
 
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